Qualcuno ricorda il caso Polaroid? Sì, proprio l’azienda che aveva inventato quella scatoletta che scattava le foto e le sviluppava istantaneamente. Oggi, di quella invenzione non si ricorda più nessuno o quasi. E che fine ha fatto tutto il comparto della fotografia su rullino? È ancora in piedi o è morto e sepolto? La risposta ve la state dando da soli. Ora estendiamo il discorso. Qualcuno ha la pur vaga reminiscenza delle musicassette? Ecco, caduta nel dimenticatoio pure quella tecnologia. E il settore HiFi, così florido negli anni ‘80 coi suoi amplificatori domestici che facevano invidia ad uno studio di registrazione? Andato anche quello, fatta eccezione per roba destinata ad un mercato di nicchia. Si dirà:
“È il progresso.
Ma forse non è proprio così: magari bisognerebbe chiamarla “involuzione” che però come termine non fa tanto figo e dà una prospettiva piuttosto deprimente. Il fatto è che molte cose della nostra vita, vengono date per scontate finché non vengono a mancare. E fateci caso: come nella fotografia così nell’audio, si tratta di un processo di dematerializzazione. Non c’è più il supporto concreto, nella sua tangibilità fisica: tutto è nel regno del digitale. Bit al posto di molecole. Il reale che diventa magicamente virtuale. Ora proviamo a traslare il medesimo concetto ad una Nazione. E prendiamo un caso che, per la sua parabola potrebbe essere preso come riferimento in ogni corso di studi geopolitici: il Regno Unito. Da Paese protagonista della rivoluzione industriale, a Paese, dove tutto il settore manifatturiero è stato distrutto. Fabbriche chiuse ovunque, nessuna casa automobilistica che sia sopravvissuta nonostante gli augusti fasti del passato a livello internazionale, un intero comparto letteralmente scomparso. Com’era quella canzone?
“Sembrava impossibile potesse accadere e invece è successo veramente”.
Sì, è proprio successo: oggi la sigla UK vuole dire solo: finanza, speculazione, grandi banche. Al massimo turismo e corsi di lingua. Per tutto il resto, citofonare altrove. L’orgoglio di una Nazione, la sua inventiva, la sua operosità: ogni cosa gettata alle ortiche, alla faccia delle aspettative di una popolazione avvilita e vessata. Prospera solo una ristrettissima elite, che decide, o che è complice dei decisori. Gli altri, consci o meno della loro condizione, veleggiano nella precarietà più assoluta, moderni schiavi di quelle rate che hanno soppiantato in toto il potere d’acquisto. Ma è il nuovo che avanza: come cameriere, autista o guida turistica c’è posto per tutti, salvo poi accorgersi, che come in tutte le cose della vita, in quelle professioni non ci si può improvvisare e se lo si fa, si va incontro al fallimento umano e si resta “occupati” solo per i numeri delle fredde statistiche, ma non nella realtà. Sì. La patria dello Spitfire, opposto alla Luftwaffe, oggi è ridotta ad una City finanziaria di qualche chilometro quadrato, ad una città simbolo, a qualche meta turistica, alla Premier League di calcio in mano ai capitali arabi, al torneo di tennis di Wimbledon e punto. Oltre, il nulla. Crediamo sia impossibile per il resto dell’Europa? Grecia ed Italia, sono altri due esempi per antonomasia, solo che non suscitano tanto clamore, passando per casi un po’ a sé stanti, perché fanno parte del Sud e i loro popoli hanno una mentalità latina. Il Regno Unito, però, non è a Sud e non è latino. Eppure, la sua traiettoria di caduta, è per certi versi addirittura più drammatica delle due tradizionali cenerentole d’Europa. inoltre, oggi sta accadendo lo stesso alla locomotiva del vecchio continente: la Germania, che con tutto il suo comparto industriale, è in crollo verticale. Pure la Francia, con la sua grandeur, non la racconta a nessuno. La Spagna è un bluff. Il resto è contorno. La resa a questa classe politica autoreferenziale e serva della finanza globale, ci sta condannando all’annientamento di tutto ciò che siamo stati e che di buono abbiamo fatto, alla cancellazione di una cultura, di un modo di vivere, di una storia, che per secoli, hanno rappresentato la cultura, il modo di vivere e la storia del mondo intero. La gloriosa Europa, sta sbiadendo come una vecchia Polaroid, scattata fra l’altro, come si vede nella foto di copertina ed a corredo dell’articolo, da una macchina fotografica, come si diceva all’epoca, che in alcuni modelli era profetica, presentando in evidenza il colore arcobaleno, oggi molto di moda, la cui esaltazione, è una delle cause, per le quali la fierezza europea, è ridotta al biascicare di una vecchia musicassetta, su un mangianastri con la cinghia allentata. Ronzii in sottofondo. Colori che sfumano. E memorie che svaniscono col tempo, nell’ignavia totale dei cosiddetti cittadini, che continuano a consumare in modo compulsivo, nuove tecnologie ogni sei mesi, lasciando uno stipendio per comprare la millesima versione dell’Iphone che differisce dalla novecentonovantanovesima, forse per un’icona in più perchè in meno non fa figo, ma costa, alla Apple, neanche venti dollari e viene prodotto con materie prime estratte nelle miniere in Africa, praticamente gratis, o giusto per il cibo giornaliero, da bambini di meno di dieci anni. E allora forse, il problema, non è tanto la classe politica, che almeno, si presume guadagna dalla propria accondiscendenza, al vero potere senza volto delle elites, ma la nostra ignavia di cittadini, schiavi di un finto benessere e del “tengo famiglia dottò” che ci fa digerire tutto, fino a quando arriveremo a non avere più nulla e ad essere felici, come teorizzano alla luce del sole, scrivendolo nei loro libri, quindi onestamente dal punto di vista intellettuale, gli oscuri burattinai, che tirano, a loro piacimento i fili del mondo. Allora, forse, quando saremo nudi e crudi, ci sveglieremo, ma ovviamente, saremo già scomparsi come tutti i settori industriali ed economici che citavo nell’articolo. Evidentemente aveva ragione Dante, che poneva gli Ignavi, non solo nell’Inferno, ma in uno dei gironi peggiori dello stesso.
Luca Monti
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