giovedì, 15 maggio 2025


A distanza di decenni dalla sua tragica scomparsa, la figura di Lev Trotskij, il celebre teorico della rivoluzione permanente, sembra aver acquisito una nuova e sorprendente rilevanza nell’era contemporanea. Il suo audace e visionario concetto di una rivoluzione incessante, che non doveva arrestarsi con la mera conquista del potere, ma proseguire inarrestabilmente verso l’emancipazione totale dell’umanità, trova oggi inaspettati echi e risonanze nella società distopica del XXI secolo. Mentre il mondo si trasforma ad un ritmo sempre più vorticoso, sotto l’incalzante avanzata della tecnologia e della digitalizzazione, la visione rivoluzionaria di Trotskij, sembra aver trovato una nuova, inquietante incarnazione. La società contemporanea, infatti, appare sempre più dominata da una mentalità, che attinge direttamente dalle categorie mentali, tipiche dell’ambito militare: efficacia, efficienza, tattica, strategia. Questa prospettiva “bellica” della realtà, ha ormai invaso anche la sfera civile, generando una condizione di perenne inquietudine ed un’incessante trasformazione dell’individuo e della collettività. Così come Trotskij, sognava una rivoluzione permanente, per raggiungere la liberazione definitiva dell’umanità oggi la stessa umanità, sembra essere intrappolata in una sorta di “rivoluzione cybernetica” senza fine guidata da una mentalità, che dimentica la vita pacificata e civile, per abbracciare un atteggiamento rivoluzionario e militante, applicato anche alla sfera personale e sociale. In questo contesto, il pensiero di Trotskij, appare più attuale che mai, ponendoci di fronte ad interrogativi cruciali: fino a che punto possiamo spingere la trasformazione della società e dell’individuo prima di perdere di vista l’essenza stessa dell’essere umano? Quale prezzo siamo disposti a pagare per inseguire una rivoluzione permanente, guidata da una visione utilitaristica e tecnocratica della realtà? Queste domande, che Trotskij aveva già sollevato nel suo tempo, riecheggiano con forza inquietante, nella nostra epoca, invitandoci a riflettere sulla natura stessa del progresso e sulla necessità di preservare la dimensione umana, pacificata e civile, in un mondo sempre più dominato dall’incessante flusso della rivoluzione.

Lelio Antonio Deganutti






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