giovedì, 13 febbraio 2025


16 Dicembre 2024 pubblicato in Economia

Papa Francesco: la finanza sia al servizio delle persone e non degeneri in usura. Un richiamo alla visione delle banche popolari ed alla missione spirituale della Madonna dei Debitori

Papa Francesco, nel suo recente discorso alle delegazioni degli istituti bancari italiani, ha riaffermato con forza l’urgenza di una finanza che non si riduca a mero profitto, ma che sia strumento di giustizia, inclusione e speranza. Questo messaggio, radicato nella tradizione evangelica e nella storia delle banche popolari, trova piena risonanza nella missione della Madonna dei Debitori, culto nato per sostenere spiritualmente coloro che lottano contro i soprusi finanziari, invocando il ritorno di istituzioni creditizie vicine alle persone, come nella visione di Giuseppe Ottone, padre delle Banche del Popolo. Le parole del Pontefice, si riallacciano direttamente ai precetti biblici. Nella Bibbia, infatti, la remissione dei debiti, è un tema centrale per la giustizia sociale e la pace. Nel Deuteronomio (15, 1-2) si legge:

“Alla fine di ogni sette anni celebrerete l’anno del condono. Questo è il modo del condono: ogni creditore condoni ciò che ha prestato al suo prossimo.”

Il Papa, richiamando questa visione, ha dunque sottolineato l’importanza di rimettere i debiti come segno di speranza per i poveri, un invito già espresso nella bolla “Spes non confundit” emanata per il Giubileo del 2025 che sta per iniziare. Anche il Vangelo di Matteo (6,12), nella preghiera del Padre Nostro, ci esorta:

“Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.”

Un monito che Papa Francesco, ha fatto suo, criticando con fermezza le logiche speculative ed usuraie che calpestano le persone, le famiglie e i territori. Ripercorrendo la storia delle banche popolari, il Papa ha evidenziato il loro ruolo cruciale nel promuovere proprio un’economia legata ai territori. Questi istituti spesso nati per iniziativa di preti e laici ispirati dall’enciclica Rerum Novarum. di Leone XIII, hanno, infatti offerto credito ed opportunità ai più bisognosi, contribuendo alla coesione sociale e allo sviluppo. Giuseppe Ottone, fondatore delle prime Banche del Popolo in Italia, incarnava questa visione: un’economia fondata sulla mutualità, sull’equità e sul sostegno alle comunità locali. L’appello del Papa, a tornare a modelli finanziari inclusivi, si pone dunque come erede di questa tradizione, chiedendo alle banche moderne di non abbandonare i territori e le persone, ma di sostenere chi è in difficoltà. Il culto della Madonna dei Debitori, che invoca la protezione divina contro i soprusi economici, si intreccia profondamente con il messaggio di Papa Francesco. Maria, si fece voce degli ultimi nel Magnificat, come riporta Luca (1,52):

“Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili.”

Ed oggi la Madonna dei Debitori, diventa simbolo di resistenza spirituale contro l’usura e le disuguaglianze. Papa Francesco, ha ricordato che quando la finanza si distanzia dai bisogni della gente tradisce il suo scopo, diventando un’economia “incivile”. Questo monito trova eco nelle preghiere di chi si affida alla Madonna dei Debitori, sperando in un sistema economico più giusto e solidale. Il Pontefice, ha concluso il suo discorso con un appello accorato:

“Gli istituti bancari hanno responsabilità grandi per incoraggiare logiche inclusive e per sostenere un’economia di pace.”

Il Giubileo del 2025, ha ribadito, deve essere l’occasione per generare speranza e futuro, specialmente per i poveri. In questa visione, il ritorno delle banche popolari non è solo una necessità economica, ma un imperativo morale e spirituale. È la lotta della Madonna dei Debitori, che invita a pregare e lottare per un’economia, capace di rimettere al centro la dignità umana, come richiesto dalle Sacre Scritture e dalla storia della Chiesa. Che il messaggio di Papa Francesco e l’intercessione della Madonna dei Debitori possano ispirare un futuro di giustizia e solidarietà per tutti.

Lelio Antonio Deganutti






redazione@latribunadiroma.it

LA TRIBUNA DI ROMA Testata periodica ai sensi dell’art. 3-bis del Decreto Legge 103/2012

direttore responsabile
Tristano Quaglia

direttore editoriale
Paolo Miki D'Agostini

editore Associazione Nuova Rinascenza C.F. 96476870587

via Ghibellina 42 FIRENZE 50122