Il primo ministro ungherese Orban, sta dimostrando di avere le idee molto chiare su come sviluppare il proprio mandato di presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, che durerà per i prossimi sei mesi. A differenza dei suoi predecessori, infatti, Orban, sta gettando le basi per un lavoro diplomatico vero e serio, con l’altra metà del mondo, rappresentato da quei Paesi, che spesso vengono etichettati semplicemente come nemici, solo perchè hanno deciso di non schierarsi con la NATO e con la stessa Unione Europea. Il mondo da sempre è considerato bello, perchè è vario, ma da qualche tempo, chi dimostra la propria varietà di pensiero, viene considerato un bruto, oppure un deviato. Aldilà di queste considerazioni puramente estetico filosofiche, tuttavia, Orban, sta facendo soltanto il proprio dovere di politico accorto e desideroso di arrivare a soluzioni diplomatiche condivise per risolvere le crisi, anzichè parlare solo di armi e di guerre, che siano reali o solo economiche, poco importa. Risulta quindi paradossale, che il presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, riceva forti critiche, perchè ha deciso, nello svolgimento delle proprie funzioni di recarsi in visita a Mosca, a provare a far Ragionare Vladimir Putin, sulla questione dell’Ucraina. Insomma, quali sarebbero, o dovrebbero essere secondo i critici le vere funzioni del presidente del Consiglio dell’Unione Europea, quelle di limitarsi ad apparire sui social, o al massimo, andare ad inaugurare una grande infrastruttura comunitaria? Sinceramente, se fosse così, avrebbero pienamente ragione gli astensionisti, perchè a cosa serve allora, mantenere in piedi tutta la struttura istituzionale, peraltro elefantiaca dell’Unione Europea, quando basterebbe un semplice assessore per tagliare il nastro di opere pubbliche, o un addetto stampa, per riportare decisioni già prese nei palazzi di Bruxelles, ma più spesso di Washington? Ma ecco, che finalmente, abbiamo un presidente di turno del Consiglio dell’Unione Europea, che ha una visione futuristica della politica e prova a fare davvero gli interessi, in primis del proprio Paese, l’Ungheria, ma anche dell’Europa. Orban, infatti, ha deciso, malgrado le critiche ricevute, come detto per la sua visita a Mosca, di raddoppiare ed in queste ore si trova a Pechino, insieme al leader cinese Xi Jinping ed ha annunciato che la prossima tappa sarà Washington. Non a caso, lo slogan scelto dal premier ungherese per questa sua campagna diplomatica senza precedenti nella storia europea è, scopiazzando quello di Donald Trump: “Make Europe Great Again”. Ma meglio di ogni considerazione, a spiegare il viaggio di Orban, in Cina, è la dichiarazione rilasciata alla stampa, dal suo ministro degli esteri Szijjarto:
“L’Ungheria lavora per evitare la guerra commerciale tra UE e Cina. Il numero di veicoli elettrici sta aumentando in tutto il mondo, sostituendo lentamente i motori tradizionali. L’Ungheria, ha scommesso sul cavallo giusto quando abbiamo deciso di trasformare il paese in un polo di cooperazione tra i produttori di automobili orientali e Occidentali.”
Questa parte della dichiarazione di Szijjarto, era rivolta all’azienda cinese produttrice di batterie elettriche CATL che riveste un ruolo importante nel processo di cooperazione, citato dal ministro ungherese, con la prima unità del suo nuovo stabilimento inaugurata a fine giugno, in un edificio di 40.000 mq vicino a Debrecen, nell’Ungheria orientale, i cui primi prodotti dovrebbero entrare in commercio all’inizio del 2025. Szijjarto, ha poi preso spunto da questa opportunità del polo industriale cinese a Debrecen, per dire la sua, sui dazi europei, verso i prodotti cinesi, legati alla automotive elettrico, dichiarando:
“Questa è una pessima idea dal punto di vista europeo. Le tariffe danneggerebbero seriamente l’economia europea. Ci auguriamo sinceramente che non vengano introdotte alla fine, restando solo un’ipotesi provvisoria com’è adesso. Se la Commissione Europea, infatti, imponesse tariffe doganali definitive sui prodotti cinesi, allora la Cina, adotterebbe misure simili contro i prodotti europei, il che sarebbe estremamente dannoso per l’intera economia europea. Continuiamo a credere nella cooperazione tra Europa e Asia, inclusa Europa e Cina, basata sul rispetto reciproco e mirata a reciproci benefici, piuttosto che su tariffe, restrizioni e sanzioni”
Ecco perché, plaudiamo a questa svolta della politica estera europea, perchè gli obiettivi della visita in Cina, di Orban, dimostrano di andare oltre la crisi Ucraina, che come tutte le crisi, prima o poi passerà e mirano anche e forse soprattutto, ad una più forte collaborazione tra i Paesi, unica soluzione possibile per prevenirne di nuove nel breve e medio termine.
Luca Monti
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