In Giappone cresce la paura del “Big One”, un terremoto devastante, soprattutto dopo la scossa di magnitudo 7.1 dell’8 agosto nel Kyushu. Un’altra scossa simile è avvenuta sabato nell’Hokkaido, aumentando il timore tra la popolazione, che ha preso d’assalto i supermercati per fare scorte.
Le autorità hanno esortato a non accumulare scorte, ma la richiesta di kit per disastri è aumentata. Il premier Fumio Kishida ha rinunciato a un viaggio in Asia centrale per gestire la crisi. Gli scienziati della JMA hanno avvisato di un possibile “mega-quake” nei prossimi 30 anni, che potrebbe causare oltre 320 mila vittime.
Le nuove direttive del 2019 prevedono chiare procedure di evacuazione e assistenza per disabili e anziani. La fossa del Nankai, a sud del Giappone, è nota per i suoi terremoti devastanti ogni 125 anni circa. L’avviso della JMA coincide con la festività dell’Obon, aumentando l’ansia collettiva. Le autorità monitorano oltre 700 municipalità e centrali nucleari, ricordando Fukushima 2011. La città di Shirahama ha chiuso le spiagge e annullato i fuochi d’artificio.
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